Alice Ayres

You can't rely on other people to make you happy

Tag: infedeltà

I miei “29 settembre”

La prima volta che ho tradito mi sono sentita in colpa. Sporca. Disonesta. Orribile. Ricordo il tormento interiore, la paura di perdere il mio ex, il bisogno di confessargli tutto pur di punirmi, pur di essere sincera almeno a posteriori.

La verità è che non ero mortificata per quello che avevo fatto, ero delusa dalla squallida circostanza in cui ciò era avvenuto. Ci sono situazioni in cui una donna – single o impegnata non importa – sa che deve lasciare perdere, che non c’è piacere in palio per lei, eppure a volte – vuoi per debolezza, vuoi per noia, vuoi perché ormai sei lì – capita di cedere, di assecondare la scelta sbagliata.

Quel giorno non ce l’avevo con me per amore del mio ex, ce l’avevo con me per amore di me stessa.

Più o meno un anno dopo ho tradito ancora, ma senza conflitti di coscienza. Certo non ero fiera di me, ma nemmeno così sottomessa alle regole imposte dalla società da negarmi un momento di piacere, stavolta scelto e desiderato. Se ti godi veramente una scappatella, come puoi rinnegarla?

Da allora sono diventata una di quelle che saltuariamente – magari quando le cose vanno male, magari quando la paura è quella di venire ferita per prima – cercano altro. O lo trovano pur senza cercarlo, cosa che alle donne succede molto spesso. Una di quelle che dopo una notte passata con un altro mandano un sms melenso al fidanzato,  non per coda di paglia ma perché davvero lo pensano. Perché tradire ti porta anche a fare paragoni tra ciò che hai e ciò che c’è là fuori, e realizzare che chi ti sei scelta come consorte vale molto più della media in circolazione è a dir poco rassicurante e splendido, anche se egoista e incoerente.

Parlo, rido e tu, tu non sai perché
T’amo, t’amo e tu, tu non sai perché

Non ho mai cercato giustificazioni alla mia infedeltà, solo spiegazioni. Per comprendere meglio me stessa, non per assolvermi. Non è semplice guardarsi allo specchio e riconoscere che forse non si sarà mai completamente fedeli in una storia, ma aiuta a ridimensionarsi, a capire che razza di persone si è. Ho imparato che ho tanti difetti – o ciò che le norme non scritte definiscono tali – ma che ho anche la mente abbastanza aperta da non renderli la mia prigione. Ho capito che la fedeltà per me verrà sempre dopo la libertà, la mia come quella di chi scelgo di amare, che deve essere legittimato a sua volta a qualche piccolo errore di percorso carnale, occasionale, primitivo, inaspettato… come spesso le storie d’amore non sono.

Le corna le hanno inventate per un motivo: sentirsi per un’ora vivi, folli e desiderabili, ma altrettanto rassicurati dalla presenza di una persona davvero importante che ci aspetta a casa.
Suona disgustoso, ma è atrocemente umano.

And I’m not sorry
It’s human nature

Grande Fratello, lo specchio dei chiusi di mente

Guardare Grande Fratello fa male alla salute, ma qualche volta mi concedo questo pericolo, anche solo per ricordare che gente atroce ci sia là fuori – gente che poi, una volta uscita dalla Casa, bazzica nelle peggio agenzie e si denuda su qualche rivista senza manco un euro in cambio. C’è da dire che nei confronti della tv siamo tutti un po’ incoerenti: moltissimi – me inclusa – si atteggiano a ferventi amanti del web ma poi su Twitter commentano in diretta diversi programi televisivi, dimostrando che chi è attento ai media non può del tutto prescindere da quella scatoletta (oggi foglietto) luminosa. Se anche l’esame scritto di Giornalismo dell’anno scorso annoverava tra i temi una domanda sul GF, un motivo ci sarà. Il che, tra l’altro, dimostra quanto siano ridicoli quelli che lavorano nei media ma per fare i colti rivoluzionari non hanno un televisore in casa.

Ieri sera è stato eliminato un concorrente chiamato Amedeo, le cui vicende di tre mesi di gioco si possono riassumere così: entra dichiarandosi fidanzatissimo ma dopo poco si coccola e struscia in modo equivoco con Chiara, inquilina che ha palesemente un debole per lui. Tra ore passate a letto abbracciati a cucchiaio, complimenti e sguardi languidi, quando lei palesa la speranza in qualcosina di più lui la cassa a male parole dicendole che ha mancato di rispetto alla storia tra lui e la sua ragazza (sic!) perché “L’hai sempre saputo che ero impegnato”. Ora, io a uno così, per dirla gentilmente, infilerei un uncinetto su per l’uretra. Possibile che nel 2012 siamo ancora qui a dare della povera illusa (o della zoccola) a una single che riceve delle palesi attenzioni (e magari s’affeziona pure) da uno che single non è?

L’immaginario collettivo, specie in provincia, è ricco di figure mitologiche improbabili. Tra queste ne spicca una PERICOLOSISSIMA: la temibile donna malefica che per hobby si getta tra le braccia dell’uomo di un’altra. Uhhhh. La domanda sorge spontanea: se i vostri fidanzati o mariti sono tutti così fedeli, irreprensibili e coerenti, com’è che queste brutte streghe cattive trovano pane per i loro denti? Forse che la realtà è un’altra? Forse che, ad esempio, i vostri partner sono dei fottuti uomini medi che danno un senso al loro ego solo quando hanno gli occhi di una donna – qualsiasi donna – addosso? Forse che al di fuori del vostro talamo coniugale i cari maritini s’imbazzortiscono guardando il culo di una sconosciuta in pantacollant, o si spruzzano in mano al cospetto di qualche video Redhead teen facial cum?

La cosa più divertente è che ad alimentare il luogo comune della sfasciafamiglie siano soprattutto gli uomini e mica solo le cornute. Al contrario, alcune di loro mostrano anche una certa coerenza di fondo, forse per solidarietà (o superiorità?) femminile. Mi è capitato almeno due volte di intrattenere qualche relazione con un uomo che è stato smascherato dalla fidanzatina di turno (anche voi, vi fate sempre sgamare!). Com’è ovvio, in entrambi i casi le poverette mi hanno telefonato incazzate nere, tentando d’incolparmi del loro fallimento relazionale. Ebbene, dopo un primo momento di tensione (loro) connotato da quel patetico tremore di voce, non solo ci siamo messe a parlare serenamente come due “amiche” (avevamo pur sempre condiviso qualcosa), ma con una delle due ho pure continuato a sentirmi, tanto era evidente che non fossi io la persona da biasimare. Mi riferisco sempre, si badi bene, a due femmine che non si erano mai conosciute prima, conditio sine qua non di questo tipo di circostanze. Se a tradirti oltre che il fidanzato è pure un’amica, che ci prova con lui alle tue spalle per vincere la concorrenza-femminile-da-adolescente-complessata-repressa che nutre nei tuoi confronti, il discorso cambia drasticamente. In tal caso si passa a epiteti ben più accesi del semplice ‘zoccola’, e l’uncinetto lascia spazio alla tanica di benzina. Per bruciarli entrambi.