Alice Ayres

You can't rely on other people to make you happy

Mese: gennaio, 2011

Un’altra piccola precisazione

Qualcuno mi ha detto che nell’immaginario dell’uomo medio la figura di “sex blogger” – così mi ha definita un’adorabile giornalista di Glamour – coincide con quella di ragazza facile, insomma di una che “se parla apertamente di sesso allora te la regala con altrettanta immediatezza”. Benché io non sia armata del più florido degli ottimismi nei confronti del genere maschile, mi rifiuto di credere che tutti gli individui dotati di un pene siano così superficiali, maschilisti e arrapati da cadere in un fraintendimento del genere. Del resto ho anche buone basi per rigettare tale tesi, dato che tutte le mail (e non sono state poche) ricevute dai miei lettori si sono sempre dimostrate piacevoli, umane e per niente offensive (non che qualche semplice parola viscida basterebbe a farmi dispiacere, va da sé).

Tuttavia, dato che essere chiara non costa nulla, tanto vale dare una definizione più specifica del mio ruolo e delle mie mansioni. Per quanto mi riguarda, una donna che scrive di sesso non è un animale mitologico venuto dal cielo in cerca di cazzi di cui fare incetta, né una femmina posseduta da un morbo che l’ha resa ninfomane e resistente a ogni forma di esorcismo. Non è, inoltre, una ragazza che fa del proprio corpo uno strumento di guadagno come impone l’ultima moda del momento -non quella sui cigli delle strade ma all’interno della sontuosa residenza di un politico. È solo una donzella dotata, a quanto pare, di una carica erotica superiore alla media unita a una buona dose di cervello e ben pochi peli sulla lingua.

Il sesso non è né deve essere, soprattutto nel 2011, un tabù di cui parlare con timore reverenziale, così come non può essere un semplice espediente pubblicitario da usare come asso nella manica per portare gli spettatori all’acquisto dei più svariati prodotti (“Brava Giovanna!”). Esso è solo una delle basi della natura umana, quell’innegabile minimo comun denominatore che ci rende tutti uguali, tutti libidinosi, tutti rapaci. A me piace questo: il fondo di perversione e desiderio insito in ogni essere umano, indipendentemente dalla società, dalla cultura e soprattutto dalle sovrastrutture (come ad esempio il “caro” perbenismo,o la religione) di cui si fregia per sentirsi più forte, più granitico, più al sicuro. Scrivere di sesso, udite udite!, è più analogo al mondo della sociologia che a quello della prostituzione, è un modo per indagare le cose terrene, vicine a ciascuno di noi, un’occasione per smascherare le contraddizioni latenti nell’animo umano (in primis maschile), per inneggiare a uno stato mentale più brado e primitivo, dove i limiti imposti dalla moralità e dai pregiudizi vengano finalmente meno.

Insomma, per dirla con un “francesismo”: a tutte le donne piace scopare. La sola differenza tra me e molte altre è che io lo dico (e scrivo) ad alta voce.

Orrori madornali atto IV: iniziative di dubbia efficacia

Se è vero che alle donne piace essere stupite, bisogna anche domandarsi quale sia il modo corretto di farlo. Una tendenza che ho più volte constatato negli uomini è quella di lanciarsi in “sperimentazioni” sessuali curiose e prevalentemente inutili, armati della convinzione che così si guadagneranno un posto speciale nella Hall of Fame di quelli che ci hanno scopate. Per carità, anche le donne talvolta si fanno prendere da guizzi di genio che andrebbero vagliati con cura, prima fra tutti la goffaggine con cui – nel tentativo di stupire con un sessantanove – finiscono con prendere involontariamente a calci in faccia il malcapitato del momento. I maschi però nel fare certe mosse hanno un entusiasmo e una convinzione tali che si finisce col non avere né il cuore né il coraggio di dire loro “Se dovessi fare un ranking del mio attuale livello di eccitazione ricorrerei ai numeri negativi”.

Sul podio delle iniziative fallimentari ce n’è una che le supera tutte: quando l’uomo, nel bel mezzo di un generoso atto di sesso orale nei confronti della partner, decide di soffiare sul sesso di lei. Ffffiuuuu. Ma insomma, che senso ha? C’è per caso l’aspettativa che quel getto d’alito a temperatura ambiente sia refrigerante o sorprendente tanto quanto un cubetto di ghiaccio strofinato sui capezzoli come nei video hard? Veniamo forse viste come creature così delicate da dover essere sfiorate solo con un soffio invece che prese con un po’ di passione e forza come in verità non disdegnamo? In fondo, a pensarci bene, il sesso è solo una questione di liquidi, sia maschili che femminili, senza esclusione di colpi. Ora, se sono “calda e bagnata” come si suol dire nelle peggiori perifrasi da film di serie Z, che bisogno hai di trasformarti in un phon umano puntato tra le mie gambe? L’aria non mi scalda, mi raffredda. E mi asciuga, accidenti a te! Perché vuoi inaridire il frutto del tuo sapiente (…) lavoro orale?! La risposta a tale quesito non mi è ancora chiara.

A letto le donne non vogliono effetti speciali, vogliono costanza. Volete donarci un orgasmo memorabile? Il segreto è questo: quando vedete che una cosa ci piace particolarmente (qualsiasi essa sia), ripetetela e basta. A oltranza. Fino allo sfinimento. Senza interromperla con virtuosismi o iniziative personali di dubbia pertinenza. Tutto qui. Non siamo poi così complicate, no?