Invece Ornella vuole vivere e cantare

Il vero problema non è la tristezza. È abituarsi alla tristezza, quasi affezionarsi. Con la felicità non succede mai, si ha solo timore che finisca da un momento all’altro.

È mettersi così tanto le mani sugli occhi da non distinguere più i contorni, quelli tra ragionevole e nocivo, tra tempo investito e buttato. E rifarlo ancora, in preda a un incessante slancio di forza – ormai del tutto esaurita – ché là dove non arriva la speranza può comunque spingersi il lesionismo, e viceversa.

Convivere con il dolore per le ragioni sbagliate. Non per un lutto insanabile che ti accompagnerà a vita – e che peraltro conosco, oh se lo conosco – ma per, appunto, abitudine. Pur sapendo, ma non volendo dire. Pur piangendo, ma non riuscendo a fare. Sospendere il giudizio, senza però uscirne migliori. “Metti che mi sbaglio”, le parole che non voglio più pensare.