La grande malattia

Credo che il concetto di ‘normalità’ sia una delle cose più atroci che esistano, tenaglia della libertà mentale. Poco tempo fa una ragazza di Monza -raccontando di una serata in cui molti uomini avevano scambiato lei ed una sua amica per una coppia gay – ha proferito le seguenti parole: “Abbiamo dovuto spiegare che non eravamo lesbiche ma che eravamo normali”. Normali???! Ma normali per chi? Per la tua mentalità di provincia indottrinata dal perbenismo di questa italietta che lecca il culo al Vaticano? Per i sogni di gloria dei tuoi genitori che non vedono l’ora che tu sia sposata per diventare nonni?
Si parla tanto di politica, democrazia, dittature, censure, libertà di stampa sempre più vacillante… ma uno dei dati più preoccupanti, a mio avviso, è che le regole che non potranno mai essere cambiate sono soprattutto quelle non scritte, quelle che permangono anche quando si emigra in un altro paese, perché persino in Spagna o in California la mentalità delle persone non è poi così più aperta. E non bisogna essere omosessuali per rendersene conto, è sufficiente essere ‘promiscue’ come me – cioè amanti della vita, del sesso, della seduzione. Perché non importa che molti mass media – a partire da normali telefilm made in Usa come Grey’s Anatomy – parlino di libertà sessuale e one night stands come se piovessero, alla fine la tendenza della gente a giudicare in base a formae mentis imposte dalla società non smette di esistere.

Sogno un mondo in cui se ho voglia di farmi mettere le mani tra le gambe per strada la cosa sia giudicata solo volgare ma non anormale; in cui se un essere umano ha un pene di sotto e due tette di sopra sia ritenuto solo particolare ma non ‘una deviazione dalla norma’; in cui andare a letto con più persone nell’arco della stessa giornata sia sintomo di ingordigia ma non di malattia. Nella mia breve vita ho constatato che ci sarà sempre più gente incline ad additare una donna ‘sportiva’ come troia che un uomo cocainomane come tossicodipendente, e questo perché il secondo oltre a far girare l’economia di questa società turba meno i cervelli bigotti di chi ne fa parte. Perché, in fondo, drogarsi al giorno d’oggi è normale.