Senza voi uomini non saremmo niente
di Alice Ayres
Giornaliste, scrittrici, blogger, opinioniste: ormai in Rete qualunque donna vagamente alfabetizzata si diletta a scrivere di sesso. C’è chi, come me, lo fa con piglio ironico, chi ne parla molto perché ne fa troppo poco, chi regala ai lettori dettagliate telecronache dei suoi ultimi amplessi o desideri più piccanti – spesso, tra l’altro, con ben poco buon gusto. L’esibizionismo, si sa, è femmina, e di certo i media – televisione in primis – che ci propongono sempre ragazze in abiti succinti, come a dire “senza spudoratezza non siete niente”, non aiutano a perorare la causa della femme fatale che non ha bisogno di mostrarsi. Penso alle mie ‘colleghe’ del web e mi domando: ma è davvero scrivendo in modo sfrontato pensieri che in verità attraversano la mente della stragrande maggioranza delle nostre simili che ci diamo un senso come donne? Dobbiamo davvero essere irriverenti, volgari, ninfomani, per essere ‘qualcosa’?
Poco tempo fa ho sentito una blogger a luci rosse raccontare di quanto gli uomini si sconvolgano nel leggere le fantasie che descrive sul suo sito, nell’apprendere che una ragazza normale e poco appariscente come lei sia capace invero di partorire pubblicamente pensieri torbidi e morbosi. Quando vedo una donna bullarsi di essere la pietra dello scandalo, di avere il coraggio (coraggio?!) di mettere nero su bianco ogni porcata che le cola tra le gambe, mi mortifico. Come donna e come blogger. Da una parte mi nausea l’idea che una femmina nel 2012 senta ancora di dover dimostrare qualcosa a livello sessuale e relazionale; dall’altra mi sconforta che tizie così – che si credono eroiche nello scrivere volgarità gratuite in rete – rappresentino una categoria di cui faccio parte anch’io.
Quelle che si credono diverse, emancipate, moderne, così forti da fare anche un po’ le veci degli uomini, uniche e fuori classe, si sbagliano. Non sono delle superdonne potenziate rispetto alle altre, sono soltanto persone che – in un contesto sociale come il nostro – emergono per differenza, per contrapposizione con ciò che le circonda, come i suoni nelle fondamenta della linguistica che funzionano soltanto se opposti tra loro e mai da soli.
La verità è ben diversa, e ad alcune fa male: noi donne ‘con le palle’, noi pseudo-femministe contemporanee, noi independent women, senza voi uomini non potremmo fregiarci di nessuna di queste identità. Senza il vostro bigottismo, senza quegli ideali democristiani che ancora portate avanti quando cercate una donna anni Cinquanta, senza la vostra convinzione che il sesso sia un dovere coniugale di cui una moglie o fidanzata deve farsi carico, senza i vostri strafalcioni tra le lenzuola, senza le balle da quattro soldi che riciclate per fare i fenomeni, senza il modo anacronistico e preadolescenziale con cui ancora vi stupite per un capezzolo in vista o una vulva totalmente depilata, senza il vostro bisogno di piacere a più donne possibile, senza tutto questo – e tutto il resto – noi blogger non saremmo niente. Semplicemente niente. Perché non avremmo più nulla da scrivere, da raccontare, da deprecare. E perché non avremmo nessuno capace di farci sentire eccezionali, forzute, controcorrente.
Spendiamo così tanto tempo a parlar male dei maschi da rischiare di omettere il dato fondamentale: siamo donne eterosessuali, e ci piacete da morire. Al punto da edificare un’intera professione o hobby intorno ai vostri mille difetti.
Il nostro senso, ahinoi, siete proprio voi.