Alice Ayres

You can't rely on other people to make you happy

Tag: coppia

Filippo #2

Quella volta che sei venuto a trovarmi a Londra e ho speso tutti i miei risparmi per farti un regalo che non hai neanche apprezzato. Di lì a poco mi avresti frantumato il cuore senza alcuna ragione, ma io non lo sapevo.

Quella volta che non hai avuto nemmeno il coraggio di lasciarmi e ho dovuto fare pure quello al posto tuo. Stavi seduto in silenzio come se io non esistessi, crudele ed egoista come mai ti avrei creduto.

Quella volta che sono tornata a casa e tu avevi già messo via le mie cose e i nostri ricordi.

Quella volta che siamo andati a Ostia al mare e pur di avere un pomeriggio di spensieratezza con te sono rimasta sdraiata al sole e mi sono ustionata. Alla fine di un giorno da veri innamorati siamo finiti a letto, e subito dopo hai precisato che non esisteva più alcun ‘noi’.

Quella volta che, parlando di me, hai scrittotutte le cose che odio di lei.

Quella volta che mi hai urlato addosso, come un vero represso, facendomi rannicchiare in un angolo dallo spavento. Sono stata sveglia per ore a piangere, e tu hai fatto finta di dormire.

Quella volta che te ne sei andato per sempre mentre il letto era ancora caldo dei nostri corpi. Ti ho guardato sparire dentro all’ascensore e sono rimasta scalza sul pianerottolo di Testaccio a sentirmi morire.

Quella volta che un tuo amico che non mi stava manco simpatico mi ha ringraziato per averti reso una persona migliore, anche se a scapito della mia felicità.

Quella volta che ti hanno detto che non stavo bene di testa e né tu né tua madre, dopo tutti quegli anni insieme, avete alzato il telefono per tentare di essere umani.

Filippo #1

Quella volta che abbiamo visto il tramonto in motorino in Via della Conciliazione e siamo tornati a casa tutti infreddoliti anche se era appena settembre. Dal freddo che sentivamo nelle ossa abbiamo messo sul letto il piumone invernale con un mese di anticipo, scambiandoci lo sguardo complice di chi vuole solo farsi le coccole.

Quella volta che di notte c’è stato un tuono pazzesco e ci siamo svegliati di soprassalto, terrorizzati. Pensavo fosse scoppiata una bomba e non riuscivo più a dormire, allora sei rimasto sveglio anche tu, per tranquillizzarmi.

Quella volta che a Firenze sei andato di soppiatto in cucina, tornando con un vassoio pieno di stuzzichini che avevi preparato per un aperitivo tutto nostro. Mentre poggiavi quel banchetto sulla scrivania mi sono messa a piangere di commozione perché nessuno aveva mai fatto una cosa così dolce per me.

Quella volta che sei tornato a casa tardi e mi hai trovata a sorpresa seduta sul tuo letto, e nel vedermi hai fatto un sorriso di gioia che per un istante ha cancellato tutto il dolore del mondo.

Quella volta che alle quattro di notte ci siamo mangiati le lasagne a letto, nudi. Ho fatto indigestione e la mattina seguente ho vomitato l’anima, ma ne era valsa la pena.

Quella volta a Ischia che i vicini di stanza del bed and breakfast ci hanno detto che era bellissimo sentirci ridere di prima mattina.

Quella volta che eravamo al mare a fine aprile e hai spostato il treno di ritorno per non andartene da me, e quando me lo hai detto io ero in accappatoio e sono affondata tra le tue braccia.

Quella volta che una zitella sosia di Stefania Nobile ti ha detto che noi due non c’entravamo nulla l’uno con l’altra e che non sapeva cosa ci trovassi in me, e tu le hai risposto solamente “Io invece la trovo stupenda”, lasciandola senza parole.

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