Alice Ayres

You can't rely on other people to make you happy

Tag: sesso

Mandami una tua foto

A chi non è mai capitato almeno una volta di fare incontri online? Non mi riferisco ai tristissimi siti di dating, parlo più in generale di tutte quelle interazioni ibride offerte oggigiorno dalla Rete: Twitter, Facebook, Skype… sembra quasi impossibile non trovarsi a chattare con qualcuno. La cosa che mi ha sempre lasciato perplessa di questo tipo di approcci è il modus operandi di molti maschi non appena capiscono che c’è trippa per gatti, ovvero quando l’interazione con una donna prende una piega ‘provocante’. Posto che non ci vedo nulla di male nel fare schifezze davanti a una webcam – è di certo meno deludente che bramare un uomo che poi a letto non sa come infilzarti – davvero non comprendo come a molti maschi basti solo quello. Ok, spesso online ci si imbatte in persone che non vivono nella nostra città e che quindi non potremmo incontrare in un battito di ciglia, ma siamo sicuri che il problema sia davvero di carattere geografico?

La dinamica di certi incontri può riassumersi più o meno così: conosci un maschio in Rete, non ti dispiace, chattate per ore senza peli sulla lingua, i toni si fanno a poco a poco più ‘accesi’ fino a quando finalmente oltre ai pixel entrano in gioco pure gli ormoni. A quel punto lui – l’uomo misterioso, eccitante, simpatico, sensuale e graffiante che brami quanto il panettone a Natale – si spoglia (…) di tutte queste proprietà sciabolando nell’etere la richiesta più prevedibile ever: “Mandami una tua foto”. Dove per ‘foto’, va detto, non intende un’immagine che gli faccia intendere le tue sembianze: arrivati a quel punto dovresti avergliene già mostrate abbastanza da fargli conoscere persino la forma delle tue narici. Ma non quella del tuo orifizio uretrale, che è esattamente ciò che vorrebbe vedere lui nel tipo di foto che richiede. Ora, io sono la prima che comprende quanto sia stuzzicante immaginare una donna presa a denudarsi e fotografarsi solo per voi, ciò che invece non afferro è come questo vi possa bastare. Per quanto mi riguarda ho sempre inteso tali scambi di effigi come dei semplici preliminari, un modo insomma per stuzzicarsi e tenere vivo il desiderio in vista di un sacrosanto incontro vero e proprio. Non dico che uno debba andare a letto con chiunque conosca online, dico che se due persone adulte hanno voglia di giocare coi mezzi messi a disposizione dalla modernità, è bene che abbiano piacere di farlo fino in fondo.

Per quel che ne so io, a una donna di ricevere la foto del pene di uno con cui chatta non frega davvero niente. Può volerla vedere per sana curiosità, per testare se la persona con cui parla sia disposta a mettersi altrettanto in discussione, ma al di là di questo non c’è niente di eccitante – sulla lunga distanza – nel guardare l’immagine di un uomo senza vestiti. Può essere inebriante lì per lì, ma già dopo un’ora perde qualsiasi significato, e più si va avanti meno lo scambio di foto con quella persona conserva un barlume di sensualità. Per l’uomo invece sembra funzionare esattamente al contrario: dopo la prima immagine ne chiede un’altra, poi un’altra ancora, fino al punto in cui si mette pure a sindacare su pose, angolazioni e illuminazione. Si passa, insomma, dall’essere un oggetto del suo desiderio al diventare uno strumento, una bizzarra bambola gonfiabile. Il che potrebbe anche mantenere un ultimo baluardo di erotismo, se alla fine di tutte queste richieste fotografiche si arrivasse a un incontro in carne e ossa. Peccato che tantissimi uomini là fuori  non siano davvero disposti a passare dalle parole ai fatti, vuoi perché pigri, complessati, fidanzati, o semplicemente codardi. Dico io, ma davvero credete che a una che non si vergogna del suo corpo e che è lieta d’esperire ogni forma di sessualità bastino un paio di chat e qualche stupida foto? Non capite che ciò che la muove è semplice e sana voglia di scopare e che pertanto è lì che si dovrebbe arrivare?! E soprattutto pensate davvero che quelle foto ce le facciamo apposta per voi? Ma per favore… ogni donna da sesso 2.0 che si rispetti ha un archivio d’immagini hot da riciclare con ogni poveretto che non sappia esimersi dal chiedergliene una. Non siete speciali, siete dei segaioli. Il che andrebbe benissimo se solo voleste toccarvi dinanzi a noi senza un computer di mezzo.

 

Grande Fratello, lo specchio dei chiusi di mente

Guardare Grande Fratello fa male alla salute, ma qualche volta mi concedo questo pericolo, anche solo per ricordare che gente atroce ci sia là fuori – gente che poi, una volta uscita dalla Casa, bazzica nelle peggio agenzie e si denuda su qualche rivista senza manco un euro in cambio. C’è da dire che nei confronti della tv siamo tutti un po’ incoerenti: moltissimi – me inclusa – si atteggiano a ferventi amanti del web ma poi su Twitter commentano in diretta diversi programi televisivi, dimostrando che chi è attento ai media non può del tutto prescindere da quella scatoletta (oggi foglietto) luminosa. Se anche l’esame scritto di Giornalismo dell’anno scorso annoverava tra i temi una domanda sul GF, un motivo ci sarà. Il che, tra l’altro, dimostra quanto siano ridicoli quelli che lavorano nei media ma per fare i colti rivoluzionari non hanno un televisore in casa.

Ieri sera è stato eliminato un concorrente chiamato Amedeo, le cui vicende di tre mesi di gioco si possono riassumere così: entra dichiarandosi fidanzatissimo ma dopo poco si coccola e struscia in modo equivoco con Chiara, inquilina che ha palesemente un debole per lui. Tra ore passate a letto abbracciati a cucchiaio, complimenti e sguardi languidi, quando lei palesa la speranza in qualcosina di più lui la cassa a male parole dicendole che ha mancato di rispetto alla storia tra lui e la sua ragazza (sic!) perché “L’hai sempre saputo che ero impegnato”. Ora, io a uno così, per dirla gentilmente, infilerei un uncinetto su per l’uretra. Possibile che nel 2012 siamo ancora qui a dare della povera illusa (o della zoccola) a una single che riceve delle palesi attenzioni (e magari s’affeziona pure) da uno che single non è?

L’immaginario collettivo, specie in provincia, è ricco di figure mitologiche improbabili. Tra queste ne spicca una PERICOLOSISSIMA: la temibile donna malefica che per hobby si getta tra le braccia dell’uomo di un’altra. Uhhhh. La domanda sorge spontanea: se i vostri fidanzati o mariti sono tutti così fedeli, irreprensibili e coerenti, com’è che queste brutte streghe cattive trovano pane per i loro denti? Forse che la realtà è un’altra? Forse che, ad esempio, i vostri partner sono dei fottuti uomini medi che danno un senso al loro ego solo quando hanno gli occhi di una donna – qualsiasi donna – addosso? Forse che al di fuori del vostro talamo coniugale i cari maritini s’imbazzortiscono guardando il culo di una sconosciuta in pantacollant, o si spruzzano in mano al cospetto di qualche video Redhead teen facial cum?

La cosa più divertente è che ad alimentare il luogo comune della sfasciafamiglie siano soprattutto gli uomini e mica solo le cornute. Al contrario, alcune di loro mostrano anche una certa coerenza di fondo, forse per solidarietà (o superiorità?) femminile. Mi è capitato almeno due volte di intrattenere qualche relazione con un uomo che è stato smascherato dalla fidanzatina di turno (anche voi, vi fate sempre sgamare!). Com’è ovvio, in entrambi i casi le poverette mi hanno telefonato incazzate nere, tentando d’incolparmi del loro fallimento relazionale. Ebbene, dopo un primo momento di tensione (loro) connotato da quel patetico tremore di voce, non solo ci siamo messe a parlare serenamente come due “amiche” (avevamo pur sempre condiviso qualcosa), ma con una delle due ho pure continuato a sentirmi, tanto era evidente che non fossi io la persona da biasimare. Mi riferisco sempre, si badi bene, a due femmine che non si erano mai conosciute prima, conditio sine qua non di questo tipo di circostanze. Se a tradirti oltre che il fidanzato è pure un’amica, che ci prova con lui alle tue spalle per vincere la concorrenza-femminile-da-adolescente-complessata-repressa che nutre nei tuoi confronti, il discorso cambia drasticamente. In tal caso si passa a epiteti ben più accesi del semplice ‘zoccola’, e l’uncinetto lascia spazio alla tanica di benzina. Per bruciarli entrambi.

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