Quattro

di Alice Ayres

Era il 2016. Dopo qualche mese di frequentazione avevamo deciso di make a real go of it. In una chat, parlavo di noi così: consapevole ma stupita, razionale eppure intrigata.
Oggi queste parole brillano di rinnovato valore: perché ci siamo sposati (!), perché ci avevo (avevamo) visto lungo, perché quattro anni fa descrivevano chi avremmo potuto divenire mentre ora raccontano chi siamo, insieme.
Le lascio qui, per fissarle in uno spazio senza tempo, per non dimenticarle mai.

 

È una storia adulta, non quelle cose che partono con gli occhi a cuore e parole troppo ‘grosse’, che non sai se sia passione o vero impegno. Mi sembra più quel genere di situazione che comincia in sordina e si costruisce piano con un certo intento, che ti ci ritrovi ‘nonostante tutto’ (nonostante volessi stare sola, nonostante abbia fatto di tutto per resistere all’affezionamento…) e dici OK, proviamo. Ma proviamo sul serio. Proviamo a essere grandi, proviamo a condividerci davvero, proviamo a metterci in gioco e assumerci la responsabilità dei nostri caratteri di merda. A dirci tutto, a ‘stare male per stare bene’, a stare bene e basta. Ad accettare che quando si è in due le cose a volte sono difficili, e dure, ma finché si sta dallo stesso lato della barricata tutto resta possibile.