Let go

di Alice Ayres

Siamo cresciuti credendo che ogni traguardo mancato, ogni cambio di rotta imprevisto, ogni schiena che si allontana dai nostri occhi corrisponda a un fallimento. L’occasione, la felicità perdute. È davvero finita, ora lo so. E dovrei essere triste e malinconica, sentire nel suono della parola fine il gemito sottile dell’infrangersi dei sogni – troppo impalpabili per far davvero rumore, se non nel fondo dell’anima. Potrei piangere ripensando a tutti i sorrisi, i litigi, i battiti di cuore che spezzano lo sterno; a ogni singolo sguardo – felice, appassionato, terrorizzato – che oggi sembra servito a niente. Potrei puntare i piedi, avvinghiarmi alla convinzione adolescenziale ed egoistica secondo cui se vuoi qualcosa devi combattere, insistere, andare contro ogni logica. Potrei… ma semplicemente non è più quel tempo, come se l’aria avesse cambiato profumo.

Ora è il momento di diventare adulti, di essere sereni. Sereni nello schiudere la mano e lasciare andare i ricordi, seguirli con un ultimo compassionevole sguardo mentre si depositano nel passato, lungo quell’irta strada già battuta che ora mi ispira a camminare diversamente, foss’anche col semplice naso all’insù. È il momento di non sentirsi soli mentre autunno e inverno bussano all’uscio, di scivolare sotto a una coperta soffice ascoltando i propri respiri come onde sul bagnasciuga, nella soave melodia di un cuore che ritorna finalmente placido. È ora di smettere di aggiungere alla tela continue pennellate alla ricerca estenuante di una presunta perfezione.
È tempo di appendere il quadro e dire: “Va bene così”.