Dire fare baciare

di Alice Ayres

Ai suoi clienti, Vivan di Pretty Woman concedeva tutto tranne che i baci. Certo, perplime un po’ pensare che una prostituta reputi più intima e privata l’unione di due bocche anziché quella della sua con il pene di chi la sta pagando, ma in fondo – anche se non condivido la nota romantica del suo veto – mi sa che aveva ragione lei.

Il bacio è in assoluto il più grande preliminare esistente, quello che si brama e si cerca più di tutti. Una volta scattato, il resto diventa quasi scontato: certo, permane l’aspettativa su come sarà il sesso e su come si evolverà (eventualmente) il rapporto, ma quell’aura di fascino, di mistero e di corteggiamento antecedente alla prima unione delle labbra in un certo senso svanisce per sempre.
Il modo in cui un uomo ti bacia può dire molto di lui. Se ci prova troppo presto, l’impressione è che sia un baciatore seriale, un conquistatore dozzinale, uno che non dà la giusta importanza a quel gesto. Se usa troppa lingua ma poche labbra, la sensazione di fondo è che sia poco dolce e troppo concentrato sul suo piacere, quasi frettoloso. Se di lingua ne usa pochissima, l’effetto è quello “da scuola media”, dove ci si bacia in modo impacciato e quasi schizzinoso.

Quando invece il bacio è travolgente, infuocato e in sintonia con la tua idea di passione, allora per alcuni secondi chi hai davanti potrebbe tranquillamente essere l’uomo della tua vita. Perché, ammettiamolo, noi donne siamo così sfigate che quando conosciamo uno che ci piace e che sembra ricambiare, basta un bacio come Dio comanda che già stiamo pensando a come si chiameranno i nostri figli.
All’opposto, se un uomo bacia male diventa per me la personificazione dell’Antisesso: se già non sei capace di centrare con la tua lingua il mio ampio cavo orale, come posso anche solo sperare che tu abbia una migliore mira là sotto? Per non parlare di quelli che nella voracità del momento quasi ti soffocano sbattendo contro la tua epiglottide, presagio di un sesso forse tremendo, di quelli a mitragliatore, a coniglio, dove ansimano in continuazione muovendosi compulsivamente dentro di te, mentre tu li guardi perplessa non sentendo praticamente NULLA (se non imbarazzo, per loro). Se un uomo che corteggio e desidero al momento fatidico mi bacia male, oltre a sentire il deserto del Sahara nelle mie mutande deduco di aver fatto un errore di valutazione iniziale. Ricordo di una volta in cui accettai di uscire con uno che anni prima aveva tentato un flirt con una mia amica. Lei mi disse: “Spero che nel frattempo abbia imparato a baciare, non ci ero voluta più uscire perché baciava troppo di merda”. Ho pensato esagerasse, e invece… per carità, era un ragazzo attraente e nemmeno troppo stupido, ma cazzo che bacio osceno: ha smesso di essere un uomo nell’esatto istante in cui le nostre lingue si sono toccate. E dire che non c’è cosa più bella di una sana slinguata: ti riempie di emozioni e adrenalina come raramente il sesso sa fare, ti riporta indietro ai “gloriosi” anni del liceo facendoti sentire giovane e fresca, non ha effetti collaterali né richiede energie e tempo per averlo, e infine per un istante – ma solo un minuscolo istante – quasi ti fa scordare di non essere più vergine da una valanga di tempo. Inoltre, cosa non da poco, offre all’uomo in causa poco margine d’errore, garantendoti di tornare a casa né delusa né disillusa, cosa assai rara di questi tempi.

Mi piacciono le coppie che dopo tanto che stanno insieme “limonano” ancora con fervore, quelle che a 60 anni quando la sera tornano a casa dal lavoro si salutano con un bacio sulle labbra, quelle che la mattina, anche quando è lunedì, con le teste ancora sui cuscini si danno il buongiorno baciandosi, alla faccia dell’alito mattutino. Questo per me è amore.