Emofobia

di Alice Ayres

Emofobici: maschi che provano un inspiegabile ribrezzo, a tratti isterico, verso tutto ciò che riguarda il ciclo femminile, quei famosi “5 giorni al mese” con cui il copywriter della Lines ha fatto i soldi.

Magari sarà capitato solo a me, ma nella vita sono incappata mille volte in uomini incapaci di rapportarsi completamente e serenamente all’organismo femminile: ma come, proprio voi che conoscete la conformazione del nostro organo sessuale meglio di noi, e che dichiarate di amarlo alla follia, vi formalizzate per qualche mensile “incidente di percorso”? Non siete forse gli stessi che spesso ogni 28 giorni, all’arrivo della prima gocciolina di sangue, gridano al miracolo perché lieti di non aver accidentalmente procreato nel nostro utero?

Il problema, in realtà, non è prettamente sessuale. Benché la frase “Il vero marinaio naviga anche nel mar rosso” mi trovi a dir poco concorde, riesco comunque a comprendere le vostre perplessità circa l’accoppiamento tinto di “porpora”, nonostante a mio avviso molti di voi mostrino una certa incoerenza cromatica dacché spesso insistete in maniera poco elegante per tingervi di ben altre sfumature posteriori (o perlomeno questo è ciò che più volte amate raccontare con eleganza, senza lesinare “squisiti” dettagli… coloriti). Ciò che invece mi perplime è il ripudio in stile “trauma infantile” che talvolta sfoderate in vista di emo-situazioni meno pulp: dico io, ma è mai possibile che alcuni maschietti si rifiutino di acquistare al supermercato gli assorbenti per la fidanzata quando vanno a fare la spesa da soli (cioè quasi mai)? Possibile che per taluni la visione di quei quadratini colorati viola, verdi e blu costituisca un disturbo – manco si trovassero dinanzi a un cadavere – quando invece si tratta di accessori totalmente igienici? Ora, io non dico che dobbiate familiarizzare con il “nemico” al punto da sfoderarne uno con disinvoltura per ottimizzare l’aria condizionata dello scompartimento di un treno, ma almeno – anche se con le nostre nevrosi da mestruate vi incutiamo timore e sacrosanta malsopportazione – non trattateci come delle malate, appestate e contagiose! Se proprio non siete in grado di saltarci addosso in quei giorni (del resto molte donne sono le prime a rinchiudersi nella propria pudicizia durante la fatidica settimana mensile), fate comunque lo sforzo di indagare nell’universo femminile senza remore schizzinose e immotivate. Parole d’ordine: curiosità ed empatia. E virilità. Ah, queste sconosciute!